“Nosce te ipso”: conosci Te stesso e conoscerai l’universo!
La meditazione è un’arte introspettiva.
Meditiamo spontaneamente dalla notte dei tempi, abbiamo accesso a fiumi di letteratura prodiga di raffinati consigli sulle tecniche di meditazione datata 3 millenni.
Eppure questa pratica è stata sistematicamente celata dai centri di potere e di cultura temporali e spirituali per altrettanti millenni. Oggi invece, le pratiche meditative entrano sempre di più nei luoghi organizzati e informali sotto il nome di Mindfulness (Consapevolezza), ma iniziamo a distinguere le principali tecniche di meditazione.
Le principali tecniche di meditazione
Se la Mindfulness ha dunque fatto breccia in ampi strati della società, per la maggior parte di noi la meditazione rimane un enigma, un territorio inesplorato. Vediamo allora per sommi capi una prima tripartizione schematica delle differenti tipologie di meditazioni.
Ecco quali sono le 3 grandi famiglie di tecniche di meditazione:
- Consapevolezza,
- Visualizzata/Simbolico-metaforica,
- Analitica.
Tecniche meditative: la meditazione di consapevolezza
Per meditazione di consapevolezza intendiamo innanzitutto una “prassi decostruttiva” ovvero la pratica concentrativa silenziosa ancorata ad un oggetto osservato – come ad esempio l’osservazione continuata e sostenuta delle sensazioni del respiro all’entrata delle narici, senza che la propria attenzione e intenzione vengano rapite dai pensieri che sorgono. Questo stile meditativo, oggi molto conosciuto in occidente con il termine Mindfulness, si rifà e si fonda sui testi del buddhismo antico Satipattanasutta e Anapanasati; ovviamente non occorre essere buddhisti per trarre grande giovamento da queste preziose istruzioni di Consapevolezza.
Giusto come introduzione, la meditazione di consapevolezza si suddivide classicamente nelle pratiche di:
- Calmo Dimorare (Shamata),
- Visione Profonda (Vipassana).
Per Calmo Dimorare intendiamo uno stato di assorbimento meditativo profondo e inamovibile, una calma vasta, tale che perdiamo la percezione di separatezza fra soggetto percipiente e oggetto percepito per un lasso di tempo almeno di quattro ore senza la minima interruzione.
Per Visione Profonda (Vipassana) intendiamo invece la facoltà di sviluppare consapevolezza della realtà attraverso la percezione continuativa degli stimoli sensoriali e mentali, per fare esperienza della loro natura impermanente, illusoria e insostanziale. Se già disponiamo di un buon livello di stabilità concentrativa attraverso il metodico addestramento di Calmo Dimorare (Shamata), allora possiamo addentrarci nella pratica di Visione profonda disponendo di un potente bisturi analitico che ci conduce con il tempo alla Realizzazione diretta della Realtà.
Secondo la tradizione classica, gli oggetti di osservazione della meditazione di consapevolezza sono:
- la Contemplazione del corpo (Consapevolezza del respiro, delle posizioni del corpo, delle azioni del corpo, delle parti del corpo, degli elementi che lo costituiscono),
- la Contemplazione dell’impermanenza,
- la Contemplazione sulle sensazioni, sulla mente e sugli oggetti mentali.
Tecniche meditative: Meditazione visualizzata
Con Meditazione Visualizzata o Simbolico-metaforica o Immaginale intendiamo invece un ventaglio di meditazioni “costruttive” che si fonda sulla facoltà di visualizzare ad occhi chiusi specifiche immagini, simultaneamente al saper generare una emozione coerente a ciò che si visualizza, e al saper generare una sensazione coerente a ciò che si vede e alla emozione generata.
Questi tre elementi generati sincronicamente offrono all’inconscio una “esperienza sufficientemente credibile” da prenderla effettivamente per vera, tale da aggiornare verso l’alto la “definizione di sé” affinché si allinei al nostro sé saggio. Certo, a parole può apparire arcano, ma tradotto nella cucina della pratica in carne ed ossa, diventa potabile ed estremamente generativo.
Ad esempio, la pratica della introiezione di un “Modello di perfezione/Archetipo” è una tecnica di meditazione tipica del reame visualizzato ed è particolarmente diffusa nei Tantra tibetani.
Tecniche meditative: Meditazione analitica
Con Meditazione Analitica intendiamo, infine, un arco di meditazioni “costruttive” fondate appunto sull’analisi, ovvero sul vaglio e sulla tenuta logico-formale di linee di ragionamento che ad imbuto conducono ad una “sintesi incontrovertibile”.
Giunti a questo capolinea logico (sintesi) in maniera stabile e priva di dubbio, vogliamo sostare in equilibrio meditativo, per quanto ci è possibile, proprio su quella sintesi, o sulla sua eco, in una parola: sul suo “sapore”.
La meditazione analitica mira a sradicare credenze o abitudini inconsce di tipo ottuso o non evolutivo, a renderle terre emerse e a sostituirle con uno nuova comprensione di sé e del mondo.
Facciamo un esempio: nel Lam-Rim (Il Sentiero Graduale per l’Illuminazione) troviamo una raccolta di meditazioni analitiche proprio a questo scopo.
Prima fra tutte la “famosa” meditazione sulla Preziosa Rinascita Umana dove si argomenta che disporre di una mente sana in un corpo sano, risorse psicofisiche, tempo, pace sociale e volontà sia in realtà una condizione molto rara e preziosa. Veniamo guidati da una voce narrante che ci porta passo a passo nelle riflessioni fino a giungere a una conclusione (Sintesi) che si vorrebbe incontrovertibile sulla quale sostare in equilibrio meditativo.
Nell’esempio specifico della Preziosa Rinascita Umana, la meditante giunge necessariamente alla convinzione che occorre fare il migliore uso del tempo e delle proprie risorse psicofisiche oggi, proprio ora, adesso, per avanzare sul sentiero di autorealizzazione per il massimo beneficio comune.
Come scegliere la tecnica di meditazione più adatta per te
Nel mio caso personale, giusto per fare un esempio, ho praticato per anni “solo” la meditazione concentrativa di consapevolezza fino a quando ho avuto la sfacciata fortuna di incontrare i Lama tibetani che mi hanno fulminato con la meditazione Visualizzata: da allora è il mio cavallo più prezioso.
Tradotto significa che nella mia personale Pratica Meditativa quotidiana dedico un quinto della seduta alla meditazione di consapevolezza, un quinto a quella Analitica, e tre quinti alla meditazione Visualizzata poiché, nella mia personalissima esperienza in prima persona, l’esperienza Visualizzata genera di gran lunga più benessere, più gioia diffusa fino alla beatitudine e a stati di coscienza non ordinari.
Fino a qui, la mia esperienza personale.
Proprio questo tema viene ampiamente affrontato nel corso per diventare insegnante di meditazione, dove svisceriamo in moviola le caratteristiche di ogni stile meditativo e quanto sia fondamentale riconoscere la propria tecnica di meditazione privilegiata affinché il meditante fiorisca nel suo percorso.
L’unico modo a me noto per scegliere la tecnica di meditazione è stato per me praticare alacremente tutte e tre gli stili per un ragionevole periodo di tempo, fino a realizzare con chiarezza quale sia il nostro territorio migliore dove lanciare al galoppo il nostro purosangue.